Nel 1840 si sposa e compare così anche la figura della moglie Pulonia. Ben presto arriva il figlio Sgorghìguelo; si è formata la famiglia Pavironica, una classica famiglia della Val padana dell’epoca.
Queste maschere furono inizialmente solo dei burattini. Dalla fine dell’Ottocento essi vennero impersonate da attori (tutti maschi, anche la Pulonia). Vestono alla foggia dei popolani del ‘700: giacca di velluto a coste marrone, pantaloni al ginocchio della stessa stoffa, calze a righe trasversali bianche e rosse, gilet a fiori e robusti scarponi da contadino. Sandrone porta una parrucca con capelli piuttosto lunghi, coperti in parte da una specie di cuffia da notte di lana bianca che termina con un fiocco. Suo figlio ha una parrucca rossiccia, un berretto marrone con visiera e al collo porta, almeno nei tempi moderni, la sciarpa gialloblù in omaggio alla squadra di calcio cittadina. La Pulonia indossa una cuffia bianca, un vestito lungo fino alla caviglia disegnato a fiori vivaci. Porta un grembiule bianco, ai piedi scarpette di vernice nera con vistose fibbie, e in testa, una parrucca bianca a boccoli.
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Cosa vuol dire essere un Sandrone?
In riferimento alle caratteristiche della maschera, l’espressione significa essere rozzo, villano e prepotente.
Come si chiama il figlio di Sandrone?
Nel 1846 nasce Sgorghiguelo, figlio di Sandrone e Pulonia. Eterno ventenne, è un ragazzaccio poco simpatico: chiacchierone, malizioso, sciocco, ignorante, manesco e svogliato.
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