Pulcinella incarna il tipo napoletano, ovvero il personaggio che, anche se cosciente dei problemi in cui si trova, riesce sempre ad uscirne con un sorriso, prendendosi gioco dei potenti pubblicamente, svelando tutti i retroscena.
Pulcinella come personaggio del teatro della commedia dell’arte nasce ufficialmente con una commedia del comico Silvio Fiorillo: La Lucilla costante con le ridicole disfide e prodezze di Policinella, scritta nel 1609 ma pubblicata soltanto nel 1632 dopo la morte dell’autore. Come si vede dal titolo, il nome di Pulcinella è cambiato nel corso degli anni.
Pulcinella, arrivato anche nelle grandi compagnie teatrali del nord, divenne l’antagonista di Arlecchino, la famosa maschera bergamasca,
Come è vestito Pulcinella?
L’aspetto di Pulcinella è cambiato nel corso dei secoli. La sua maschera è stata chiara o scura a seconda dei periodi. Nel 1621 nella raccolta d’incisioni intitolata I Balli di Sfessania, il francese Jacques Callot rappresenta il suo Polliciniello con la maschera bianca, il ventre prominente diventa una gobba, anzi spesso una doppia gobba, come nella versione francese, altre volte la gobba scompare come nei disegni del pittore romano del ‘700 Pier Leone Ghezzi dove è rappresentato con la maschera nera. Si pensa che l’aspetto del Pulcinella che conosciamo oggi è quello dei disegni di Ghezzi, filtrati attraverso il costume che per anni indossò il più longevo e prolifico attore di farse pulcinellesche: Antonio Petito. Addirittura si è ipotizzato che la forma della maschera, in particolare nelle versioni più recenti, interpreti un comun denominatore delle caratteristiche somatiche che contraddistinguono il popolo dei vicoli.
Che cosa rappresenta Pulcinella?
Pulcinella incarna la plebe napoletana, l’uomo più semplice, quello che nella scala sociale occupa l’ultimo posto l’uomo che pur conscio dei propri problemi riesce sempre a venirne fuori con un sorriso.
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