Lo zanzarino è un racconto per l’estate, adatto ai bambini che frequentano la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, che proponiamo sia da leggere online che in una versione impaginata e illustrata, da stampare gratuitamente. La storia di una piccola zanzara che si svegliò una mattina d’estate, allegro e con tanta voglia di fare nuove amicizie. Ma quel giorno…
Storia sull’estate per bambini, da stampare
Per stampare la storia, illustrata con un disegno da colorare, scorri la pagina verso il basso e clicca dove segnato: si aprirà una seconda finestra con il racconto per bambini in formato A4 e in pdf, pronto per essere stampato e/o scaricato.
Lo zanzarino: testo
Sulla riva di un ruscello che correva sino al mare, viveva uno zanzarino che in un bella mattina d’estate pensò di fare amicizia con un rospo. Ma il rospo aveva molto appetito e cominciò a inseguire lo zanzarino per farne in quattro e quattr’otto un solo boccone.
“Che rospo ingrato!” disse lo zanzarino. “Ora gli farò uno scherzetto!”
E così dicendo passò vicino alla tana di un topo, che inseguì il rospo che inseguiva lo zanzarino, perché anche il topo aveva molto appetito e voleva mangiare.
“Oh, oh!” disse il rospo. “Se non invento qualcosa finirò male!”
E così dicendo passò vicino alla casa di un gatto, che inseguì il topo, che inseguì il rospo, che inseguiva lo zanzarino, perché anche il gatto aveva molto appetito e voleva mangiare.
“Da dove è saltato fuori, questo brutto gattaccio?” si lamentò il topo.
E correndo e squittendo passò vicino alla cuccia di un grosso cane, che inseguì il gatto, che inseguì il topo, che inseguì il rospo, che inseguiva lo zanzarino, perché anche il cane aveva molto appetito e voleva mangiare.
“Miao!” disse il gatto, che era un gatto di poche parole.
E senza aggiungere altro passò vicino alla tana del lupo, che inseguì il cane, che inseguì il gatto, che inseguì il topo, che inseguì il rospo, che inseguiva lo zanzarino, perché anche il lupo aveva molto appetito e voleva mangiare.
“Se questo lupo mi raggiunge mi farà a polpettine!” guaì il grosso cane.
E per non correre rischi passò vicino alla caverna dell’orso, che inseguì il lupo, che inseguì il cane, che inseguì il gatto, che inseguì il topo, che inseguì il rospo, che inseguiva lo zanzarino, perché anche l’orso aveva molto appetito e voleva mangiare.
“Be’, visto che ci sono farò quello che hanno fatto gli altri” pensò il lupo.
E senza farsi pregare passò vicino alla casa di un cacciatore, che inseguì l’orso, che inseguì il lupo, che inseguì il cane, che inseguì il gatto, che inseguì il topo, che inseguì il rospo, che inseguiva lo zanzarino… e cosa fece allora lo zanzarino, che si era stancato di tutto quel correre di qua e di là e che aveva un cervello davvero fino?
Si tuffò nel ruscello e nuotò sino al mare, dove viveva… il pescecane!
Che pancia mia, fatti capanna, affilò i denti lunghi una spanna!
Fu così che il rospo, il topo, il gatto, il cane, il lupo, l’orso e il cacciatore finirono tutti nella pancia del pescecane, mentre lo zanzarino canterino tornò sulla riva del ruscello a fischiettare.
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