Guardiamo insieme questa scenetta: Marta è una bambina di quasi tre anni. Vede sul pavimento la pozzetta d’acqua della sua pipì. Chiama la mamma e le dice che la sua bambola ha fatto la pipì in terra.
Cosa succede nella testolina di una bambina così piccola? Un sacco di cose!!! Vediamole insieme… La bambina dice: “Io non sono una bambina che se la fa addosso!”
Di fronte all’insuccesso nega l’evidenza, senza curarsi troppo di come la realtà stride con la sua ingenua dichiarazione. Quando siamo così piccoli, ci accontentiamo di modificare una realtà spiacevole con trucchi e mascherature ingenue che, solo qualche tempo dopo, non funzionano più e dovranno essere modificate con scuse più plausibili.
Marta vuole essere una bambina capace di accorgersi che le sta scappando la pipì! Ci tiene a comportarsi come vede che fanno i grandi, soffre di fronte agli insuccessi e cerca di alleggerire il suo dispiacere con le soluzioni che la sua età le permette.
Proviamo ora a chiederci come reagiamo noi. Possiamo trovarci a dire a Marta: “Ma dai… guarda lì, altro che la bambola! Te la sei fatta addosso!”
Come si fa presto a mortificare una bambina che ce la sta mettendo tutta per presentarsi al meglio! Altro è dire: “Sicura Marta che è stata la bambola a fare la pipi? Dai, vieni, aiutami a pulire qui…”
Sono modi diversi perché diversamente viene trattata la mortificazione che la piccola sta provando di fronte all’insuccesso.
Come abbiamo visto nell’esempio di Marta il bambino fino all’età di quattro cinque anni non distingue la finzione dalla realtà e crede sempre a ciò che dice, è come si usa dire “ in buona fede”.
D.ssa Filomena Palladino
Medico Psichiatra – Psicanalista
Potete scrivere alla d.ssa Palladino all’indirizzo [email protected]
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