La Pasqua ebraica: Pesach (o Pesah)

La festa di Pasqua è una delle celebrazioni più importanti della religione ebraica perché ricorda l’esodo del popolo israelita dall’Egitto e la nascita d’Israele in quanto popolo. In modo più ampio, è la festa della libertà e della fine della schiavitù.

La Pasqua ebraica dura 8 giorni, dal 15 al 22 Nissan (secondo il calendario ebraico). Le prime due sere la famiglia si riunisce per il Seder durante il quale si legge l’Haggadah che racconta la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto.
La parola Pesach deriva dal verbo pasach (passò oltre) e ricorda quando l’Angelo del Signore, mandato a colpire i primogeniti degli egiziani, “passò oltre” le case degli ebrei, le cui porte erano state segnate col sangue di un agnello.

GLI USI DELLA CELEBRAZIONE DI PESACH

La Pesach è chiamata anche la festa della matzah
La matzah è un pane non lievitato, consumato in memoria del pane di cui si cibarono gli israeliti durante l’esodo. Durante tutto il periodo di questa festività è vietato il consumo di qualsiasi cibo lievitato e pasta e dolci sono sostituiti con altri cibi appositamente preparati.

Il digiuno dei primogeniti
L’ultima piaga d’Egitto è stata l’uccisione di tutti i primogeniti maschi. Solo gli abitanti che avevano segnato gli stipiti della loro porta con sangue di agnello furono risparmiati. La vigilia di Pesach i primogeniti osservano quindi un digiuno.

La caccia ai chametz
La parola chametz indica ogni cibo lievitato. Nelle famiglie ebraiche, durante la settimana che precede la festa, si usa eliminare qualsiasi chametz che deve essere regalato, distrutto o venduto. Il giorno della vigilia, tutta la famiglia dà la caccia alle ultime briciole.

Il Seder
Durante le due prime sere di Pesach la famiglia si riunisce per raccontare in dettaglio la storia dell’esodo dall’Egitto associando al racconto un rituale che permette la trasmissione orale del significato di questa celebrazione. Il libro che racchiude i rituali e i testi che saranno recitati si chiama l’Haggadah e l’ordine secondo il quale dovranno essere consumati i cibi e recitate le preghiere, il Seder.

Il piatto del Seder: un piatto contenente un certo numero di alimenti, ognuno dei quali simbolizza un importante elemento del racconto, è disposto sulla tavola.
La tavola del Seder: questa festa celebra la libertà per cui ogni comunità ha l’abitudine di disporre sul tavolo oggetti che rappresentano l’idea dell’uomo libero. Alcuni consumano questo pasto non seduti ma sdraiati sui divani.
I vestiti: ogni comunità, a seconda delle sue origini, si veste in modo da simboleggiare l’idea dell’uomo libero. Per alcuni è il bianco, perché vietato agli schiavi, per altri i colori perché riservati agli uomini liberi e benestanti.
I quattro bicchieri di vino: ogni commensale deve bere quattro bicchieri di vino piegandosi verso sinistra come simbolo della liberazione del popolo israelita.
Il profeta Elia: secondo la tradizione ebraica, il profeta Elia partecipa alla festa di Pesach per cui un bicchiere di vino è preparato sul tavolo per lui e alla fine del pranzo, si apre la porta per farlo entrare.

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