Il concilio di Nicea pone fine alle divergenze tra le Chiese d’Oriente e la Chiesa di Roma.
Alessandria desiderava mantenere la data del 14 Nissan come giorno della celebrazione di Pasqua mentre Roma preferiva che Pasqua fosse sempre di domenica, indipendentemente dal calendario Babilonese. Questo avrebbe inoltre permesso di distinguere chiaramente la Pasqua cristiana da quella ebraica.
Nel 325, Costantino I convocò quindi il concilio di Nicea dove si decise che tutti i cristiani avrebbero festeggiato Pasqua la prima domenica dopo la luna piena (il plenilunio) successiva a l’equinozio di primavera. Inoltre, per evitare qualsiasi confusione con Pesach, la Pasqua cristiana sarebbe stata spostata di una settimana negli anni in cui l’ equinozio di primavera avesse dovuto corrispondere con la Pesach.
In pratica, le variazioni del calendario giuliano rispetto all’anno solare e lunare non permisero ai cristiani di rispettare i termini fissati dal concilio, con la conseguenza che la data di Pasqua cambiava a seconda delle regioni del mondo. Roma cercò più volte di riformare il metodo di calcolo della data di Pasqua, scontrandosi però sistematicamente con la resistenza di alcune Chiese come, per esempio, quella irlandese. Nel 1582, con la riforma del calendario gregoriano, venne adottata una nuova regola, anche se il calcolo della data della celebrazione pasquale rimane piuttosto complicato: Pasqua deve sempre corrispondere alla prima domenica successiva al plenilunio ecclesiastico di primavera. Inoltre, deve essere assolutamente tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Il plenilunio ecclesiastico non corrisponde però necessariamente al plenilunio astronomico.
La celebrazione della Pasqua cristiana è caratterizzata da diversi tempi liturgici:
– La Quaresima
– La Domenica delle Palme
– Il Venerdì Santo
– La Domenica di Pasqua
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La Pasqua ebraica
Il Seder
L’agnello pasquale
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