La fumata bianca

La fumata bianca è una storia per bambini scritta da Carlo Varesi che narra di come una bambina riuscì a toccare il cuore di una vecchia signora che nessuno voleva avvicinare perchĂ© si diceva fosse cattiva. Cosa c’entra la fumata? Lo scoprirete leggendo la storia che proponiamo online e da stampare gratuitamente in una versione illustrata con un disegno da colorare. La storia è adatta ai bambini sia della scuola primaria sia della scuola dell’infanzia.
Per stampare la storia, scorri la pagina verso il basso e segui le istruzioni!

La fumata bianca, una storia per bambini

Era il mese di novembre e la signora Geltrude, tra le tante altre cose, doveva scaldare la sua vecchia casa di Villa Guardia.  Per fare ciò aveva una vecchia stufa a legna che produceva molto fumo che usciva dal comignolo sul tetto.
Geltrude era una vecchietta cattivissima, evitata e temuta da tutti. Dal comignolo della sua casa usciva sempre fumo nero. Questa era una stranezza che nessuno riusciva a spiegare. Qualsiasi cosa Geltrude bruciava nella stufa, il fumo che usciva dal comignolo era nero.
La gente diceva che il fumo era sempre nero perché rispecchiava l’animo di Geltrude, nero per la cattiveria. Era, questa, una voce che aveva cominciato a circolare per il paese tanti anni addietro ed era diventata di dominio pubblico, condivisa più o meno da tutti. E poi si diceva che Geltrude era una strega, per la sua cattiveria e indisponibilità a socializzare con le persone.
Il freddo era arrivato e la vecchia signora bruciava di tutto nella stufa, per riscaldare la casa e affrontare così i rigori dell’inverno. La stufa sembrava la bocca di un essere che mangiava di tutto e convertiva in fuoco qualsiasi cosa che Geltrude aveva deciso di bruciare. 
Però dal comignolo della stufa usciva sempre un fumo nero anche se quello che bruciava la vecchietta avrebbe dovuto produrre un fumo con una tonalità di colore diversa. E la gente diceva che il fumo nero era semplicemente il prodotto della cattiveria di Geltrude.
Era arrivata da poco in paese una famiglia che aveva una bambina di nome Viola. Questa famiglia abitava vicino a Geltrude, ma non la conoscevano e non sapeva della sua cattiveria.
Una domenica la mamma di Viola voleva fare gli gnocchi ma si accorse che aveva finito la farina bianca. Il fornaio era chiuso e loro non avevano la macchina per andare al centro commerciale. E disse a Viola di provare ad andare a chiedere alla signora Geltrude se gliene prestava un po’.
Viola andò. Arrivata a casa di Geltrude bussò alla porta e la vecchietta aprì.
“Cosa vuoi?” chiese con voce feroce alla bambina.
Viola non si spaventò, anzi. Era incuriosita dalla vecchia signora e le disse: “Ciao. Posso entrare in casa tua?”
“E perché vuoi entrare in casa mia? Io non faccio mai entrare nessuno” rispose la vecchia.
“Non fa niente” disse Viola “comunque ti ringrazio lo stesso e ti auguro buona domenica. Ciao, ci vediamo.” E tornò a casa sua.
Gertrude rimase stupita dalle parole che le aveva detto la bambina. Come!? L’aveva trattata male e lei l’aveva ringraziata e le aveva porto delle belle parole, addirittura un augurio! E come mai la bambina si era comportata così?
Passarono alcuni giorni e quello che era successo domenica non usciva dalla testa di Geltrude. Addirittura aveva voglia di rivederla e spinta da questo impulso si spinse vicino alla casa di Viola.
Improvvisamente sentì la voce della bambina che esclamò:”Ciao gentile signora. Come stai?”
Geltrude si sentì come un bambino che è pescato mentre vuole rubare la marmellata. Non riuscì a dire nulla e scappò via, spaventata. Viola sorrise di fronte a questa reazione di quella che considerava oramai sua amica.
Il giorno dopo Viola decise che sarebbe entrata in casa di Geltrude e decisa si incamminò in quella direzione. Bussò e Geltrude aprì. Disse. “Bambina perché non mi lasci stare?” “Voglio solo essere tua amica rispose Viola.” “E perché vuoi essere mia amica?” “Perché ti voglio bene”.
Nell’udire queste parole Geltrude si sciolse e fece entrare la bambina. Rimasero a parlare per ore. Quando Viola andò via per rientrare a casa, la vecchietta capì quello che non aveva mai capito per tanti anni: nella vita di ognuno ci deve essere l’amore. Bisogna amare e essere amati. E questo lei non lo aveva fatto mai, forse per paura. Per questo era diventata cattiva, solitaria ed egoista.
Ora, però, le cose erano cambiate. Qualcuno le aveva detto che le voleva bene e ciò le fece capire che era quello che voleva fare anche lei, da tanto , troppo tempo.
E la sua vita cambiò perché era cambiato il suo modo di vivere. Ora voleva bene e tutti facevano altrettanto con lei.
E dal comignolo della sua casa uscì una fumata bianca, come la neve.

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