Con la diffusione del coronavirus (virus, piccolissimo organismo) ci siamo chiusi in casa, abbiamo iniziato a distanziarci, a indossare sempre la mascherina. Poi con l’arrivo dei primi vaccini sempre più persone sono protette dal virus. Ma il virus si è fermato? Per niente: il virus ha tentato altre strade, cambiando la sua forma. E ne ha trovate diverse: si chiamano [ppw id=”125865722″ description=”marzo 2021″ price=”0″]varianti. Gli scienziati le riconoscono in base a codici complicati; i giornalisti, invece, hanno deciso di utilizzare il luogo in cui sono nate per distinguerle, e farle distinguere alle persone: così hai sentito parlare della variante inglese, di quella sudafricana e di quella brasiliana.
Come si trasforma il virus?
Ogni variante ha una mutazione particolare anche se in tutte e tre le varianti si presenta nella stessa parte del coronavirus: cioè su quegli spuntoni che abbiamo imparato a riconoscere quando ne vediamo l’immagine ingrandita al microscopio. È grazie a queste punte che il virus entra nelle cellule dell’uomo, incastrandosi bene e portando la malattia. È sempre su queste punte che agiscono i vaccini.
Devono farci paura le varianti del virus?
No. Le regole che abbiamo rispettato finora sono sufficienti a difenderci: uso della mascherina, lavaggio delle mani, distanza di un metro anche di due dagli altri.
Le varianti del virus sono cattive?
No. Tutti i virus cambiano forma: fa parte della loro natura adattarsi all’ambiente e modificarsi per sopravvivere più a lungo. Secondo gli scienziati la diffusione delle varianti, nel tempo, potrebbe indebolire il virus fino a trasformarlo in un semplice raffreddore.
LE PAROLE DIFFICILI:
mutazione: cambiamento.
indebolire: rendere debole.
Stefania Fanucci
[/ppw]
Lascia una risposta