Impregnati di saliva, i sapori si concentrano e attivano le papille gustative. I recettori chimici delle papille analizzano i sapori e trasmettono queste informazioni al cervello.
Quando mangiamo, il cervello memorizza le informazioni legate ai sapori e agli alimenti, in funzione della nostra esperienza, con tutte le nostre reazioni e sensazioni: piacere e disgusto. Il gusto si affina con l’abitudine e l’esperienza e deve quindi essere sollecitato e stimolato.
I SAPORI SONO DIFFICILI DA APPREZZARE!
Fino a poco tempo fa, esistevano solo 4 sapori: il dolce, il salato, l’amaro e l’acido. La scoperta del glutammato, inclassificabile in una delle 4 categorie di sapori principali ha aperto la porta al riconoscimento di altri sapori come il metallico o l’astringente. In realtà, le ricerche sul tema sono difficili da intraprendere nella misura in cui sapori e gusti sono legati all’esperienza gustativa di ognuno di noi e all’apprezzamento o l’interpretazione che ne fa il nostro cervello.
LA CARTOGRAFIA DI D. HANIG (UNA CARTOGRAFIA PER SENSIBILIZZARE I BAMBINI AI DIVERSI SAPORI)
Nella sua cartografia, D. Hanig indicava zone specializzate che permettevano di identificare i 4 sapori principali:
- Il dolce e il salato sono percepiti dalla punta della lingua.
- L’amaro è percepito dalla parte posteriore della lingua.
- L’acido è percepito dalle parti laterali della lingua.
Questa cartografia non è assolutamente sufficiente per capire il funzionamento della lingua nel riconoscimento dei sapori. Tuttavia, un gioco o un’attività sul tema possono permettere di sensibilizzare i bambini a percepire ed individuare i diversi sapori.
Secondo D. Hanig, ad ogni sapore corrisponde una zona “più sensibile” della lingua, come mostrato dal disegno. Gli studi attuali hanno dimostrato che:
- Questa classificazione è insufficiente per capire il ruolo svolto dalla lingua nella percezione dei sapori.
- La ripartizione delle zone non è definita in maniera così netta.
- Esiste una diversità di sapori che non si limita più ai 4 sapori principali.
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