UN PO’ DI STORIA…
L’hockey su prato ha origini molto antiche e si hanno tracce di giochi con bastone e palla in numerose civiltà. Nell’Europa medievale, era un gioco molto popolare nelle Isole Britanniche ed in Francia. E’ però, in Inghilterra, nella seconda metà dell’ottocento che l’hockey su prato moderno prende forma (con calcio e rugby) diffondendosi poi in tutto il mondo sotto l’imperialismo britannico, in particolar modo nelle colonie.
In Italia, questa disciplina sportiva è stata riconosciuta nel 1935. Entrata a far parte, in un primo momento, della Federazione Italiana Pattinaggio a Rotelle, è riuscita a costituire la propria Federazione, diventando completamente autonoma ed effettiva nel 1978.
IL GIOCO
Il campo di gioco è rettangolare (91,40 m x 55 m) con due porte, al centro dei lati più corti.
La partita, diretta da due arbitri si divide in due tempi di 35 minuti. Le regole prevedono che sia vietato tirare la palla con la parte tonda del bastone, tirarla verso l’avversario in modo pericoloso, alzare il bastone sopra al livello delle spalle e inserirsi tra la pallina giocata e l’avversario per impedirgli di toccarla. Inoltre, ad esclusione del portiere, è assolutamente vietato toccare la palla con qualsiasi parte del corpo. Un buon giocatore di hockey su prato deve possedere destrezza, agilità e capacità di valutazione del gioco.
L’HOCKEY SU PRATO AI GIOCHI OLIMPICI
L’hockey su prato è stato inserito per la prima volta nel programma dei Giochi olimpici, alle IV Olimpiadi di Londra, nel 1908. Eliminato dal programma nelle due edizioni successive, è stato poi reintrodotto nel 1920, nel programma dei Giochi olimpici di Anversa.
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