Un’ondata di suono metallico, seguita come da un lungo ululo, si rovesciò sui tetti, si propagò col vento per tutto il piano. E i rintocchi s’incalzavano: il bronzo pareva animato, pareva un mostro pazzo di collera, oscillava spaventosamente affacciandosi a destra e a sinistra, fra un’apertura e l’altra, gettando due note cupe, ampie, legate da un rimbombo continuo, rompendo il ritmo a un tratto, accelerando il moto, allargandosi a distesa solenne. I campi sotto si svegliarono.
(G. D’Annunzio)
Dettato sulla Pasqua per la quinta elementare
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