A settecento anni dalla morte, si celebra uno dei più grandi autori di tutti i tempi: Dante Alighieri.
Dante Alighieri è stato molto importante per la cultura del nostro Paese: in Italia ci sono nelle città e nei paesi una via, una strada o una piazza intitolata a lui e il suo profilo è ritratto, anche, sul dorso delle [ppw id=”125865722″ description=”aprile 2021″ price=”0″]nostre monete da due euro.
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Chi era Dante Alighieri?
Poeta, letterato, politico, studioso di teologia (religione) e filosofia, Dante è considerato il “papà dell’italiano”. Nato a Firenze (Toscana) nel 1265 morì a Ravenna (Emilia Romagna) nel 1321.
Il suo capolavoro, la Divina Commedia, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della letteratura e della lingua italiana.
Cosa racconta la Divina Commedia?
La Divina Commedia racconta un viaggio immaginario che Dante compie attraverso i regni dell’aldilà: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, nel 1300. In questi regni, Dante immagina di collocare personaggi famosi, storici, conoscenti o amici, secondo una sua visione del mondo. Chi aveva operato male, veniva punito all’Inferno… i sapienti e i beati erano tutti in Paradiso.
E in Purgatorio?
Le persone che si pentivano!
In questo viaggio Dante ha l’aiuto di due guide. Nell’Inferno e Purgatorio lo accompagna il poeta latino Virgilio, mentre nel Paradiso lo accompagna Beatrice la donna di cui si è innamorato e che per lui rappresenta la salvezza.
Come è fatta la Divina Commedia?
È divisa in cento “canti” (ciascuna della parti in cui è diviso un poema) per un totale di oltre 14mila versi, legati tra di loro da un sistema messo a punto dallo stesso Dante, la famosa terzina.
Perché Dante e la Divina Commedia sono così importanti?
Perché Dante scrisse la Divina Commedia in volgare (la lingua del popolo di quel tempo) e non in latino (la lingua dei sapienti). Ed è proprio dalla lingua volgare che è nato l’italiano che parliamo oggi!
LE PAROLE DIFFICILI:
collocare: mettere.
operato: lavorato e vissuto.
canti: ciascuna della parti in cui è diviso un poema.
terzina: il primo verso fa rima con il terzo, il secondo con il primo della terzina successiva e così si va avanti.
Stefania Fanucci
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