Vediamo come e quali sono i diversi metodi di sterilizzazione del ciuccio.
Sterilizzare il ciuccio a caldo
La sterilizzazione a caldo è il metodo più conosciuto, oltre ad essere il più antico, per eliminare germi e batteri da ciuccio, tettarelle, biberon e altri accessori. Esistono diversi modi di effettuare questo tipo di sterilizzazione ma, per ognuno di loro, è indispensabile che gli oggetti che sottoponiamo a questo trattamento siano realizzati in un materiale resistente alle alte temperature. Se non lo sono, oltre a rovinarsi, diventano pericolosi per la salute del bambino. Quindi… prima di tutto, attenzione all’etichetta e all’adeguamento alla normativa europea.
- Metodo della nonna: fare bollire dell’acqua in pentolino, immergere il ciuccio nell’acqua bollente e lasciarlo a bagno per un minimo di 5 minuti. Asciugarlo con un panno pulito e lasciarlo raffreddare. Più il ciuccio sarà lasciato a bagno, più sarà pulito.
- Sterilizzare nel forno a microonde: riempire un’apposita vaschetta o bustina (adatta al microonde) con dell’acqua. Immergerci il ciuccio e azionare il forno a microonde per qualche minuto.
- Sterilizzatori elettrici: sono comodi apparecchi che permettono di sterilizzare, contemporaneamente e rapidamente, diversi accessori, semplificando il lavoro al minimo. Inoltre, non solo sono acquistabili ad un prezzo contenuto, cosa che li rende particolarmente apprezzati, ma consentono una profonda pulizia ottenuta con acqua bollente e vapore. L’unica accortezza è di ricordarsi da fare raffreddare il ciuccio o gli oggetti prima di utilizzarli.
Sterilizzare il ciuccio a freddo
La sterilizzazione a freddo avviene tramite agenti chimici e dev’essere realizzata in speciali contenitori, acquistabili in farmacia o nei negozi specializzati: al loro interno si versa un detergente antibatterico sotto forma di liquido o di pastiglia, il cui principio attivo agisce sui microorganismi batterici eliminandoli. Va però ricordato che l’utilizzo di tale metodo rende necessario acquistare di volta in volta i ricambi e molti pediatri lo sconsigliano poiché non naturale. Nonostante le case produttrici rispettino le norme di sicurezza imposte dall’Unione Europea, si tratta pur sempre di prodotti chimici.
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