DETTATI CON LE DOPPIE
L’uso corretto delle doppie è una delle difficoltà maggiori incontrate dai bambini alle prese con l’apprendimento dell’ortografia italiana. Esiste una regola?
LA REGOLA DELLE DOPPIE
Non esiste, purtroppo, una precisa regola generale che determini come usare le doppie, ma ci sono una serie di norme utili a evitare alcuni tra gli errori più frequenti:
- Raddoppiano la consonante iniziale le parole che si uniscono ad alcuni prefissi: a-prendere apprendere, contra-dire contraddire, così-detto cosiddetto, da-bene dabbene, fra-tanto frattanto, là-su lassù, ne-meno nemmeno, e-pure eppure, ra-cogliere raccogliere, se-bene sebbene, sopra-tutto soprattutto, sovra-peso sovrappeso, su-detto suddetto.
Le parole con suffisso -iere vogliono la doppia z: corazziere, tappezziere, biscazziere.
- Non raddoppiano invece:
- la consonante b del suffisso a/e/i-bile: adorabile, inabile, indelebile, incedibile, bevibile, leggibile;
- la c davanti a vocale u + altra vocale non raddoppia mai, a parte il caso della parola taccuino;
- la -g e la -z seguite da -ione: guarigione, stagione, automazione, promozione;
- le parole che contengono –zia e –zie: grazia, egiziano, pazienza, giustiziere. Fanno eccezione: pazzia, razzia;
- le parole composte quando sono precedute da contro, sotto, tra: controvoglia, sottovento, tracimare.
- A volte, la presenza di una doppia consonante dipende dall’etimologia della parola, cioè dalla sua derivazione dal latino. In questi casi, non c’è ‘trucco’ che tenga, occorre conoscere la parola per scriverla correttamente.
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Scandire bene le parole: Nella nostra lingua, tutte le consonanti (esclusa l’h) possono essere raddoppiate per indicare un suono più forte e deciso