Se qualcuno aprisse i contenitori dei rifiuti di un cittadino europeo troverebbe scatole, buste, pellicole, vaschette, bottiglie, lattine e sacchetti. In una parola: imballaggi!
Nell’Unione Europea ogni cittadino scarta all’anno circa 178 chili di contenitori. Anche se hanno forme diverse e sono fatti di materiali vari (vetro, metallo, plastica, legno…) gli imballaggi hanno una cosa in comune: dopo l’acquisto vengono buttati nella spazzatura. Questo è un problema.
Perché?
Perché se l’imballaggio è stato ben progettato e le persone fanno correttamente la raccolta differenziata, questa spazzatura viene usata per nuovi prodotti; ma se gli imballaggi vengono gettati senza attenzione, restano in giro e, soprattutto, se di plastica possono inquinare l’ambiente per secoli.
Cosa si deve fare?
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I cittadini cominciano a comprare i prodotti con poco imballaggio oppure senza confezione. Ci sono, però, alcune situazioni in cui gli imballaggi sono importanti per evitare che gli oggetti si rompano e facilitare lo spostamento delle merci. Sacchetti e pellicole, inoltre, riparano dai batteri e per questo permettono di conservare più a lungo alcuni alimenti ed evitare sprechi.
Dal 1 gennaio 2023 in Italia sarà obbligatorio scrivere sulle confezioni tutte le informazioni per non sbagliare e rendere facile il riciclo. Il disegno di un flacone, una bottiglia, una vaschetta o una lattina indicherà la tipologia, un codice di lettere e numeri spiegherà a chi legge se il materiale usato è acciaio, alluminio, legno , carta etc… mentre una scritta suggerirà se buttare la confezione nel bidone dell’umido, nel contenitore della plastica o in quello del cartone.
LE PAROLE DIFFICILI:
imballaggi: contenitori.
tipologia: di che tipo è il contenitore.
Immagine di wayhomestudio su Freepik
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