La bambina e il suo papà è una una storia per bambini da leggere con loro in occasione della Festa del papà, il 19 marzo. La storia di una bambina che per preparare un regalo per il suo papà, usò i fogli dei suoi appunti di lavoro…
La bambina e il suo papà: storia da stampare
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La storia da leggere
Assomigliava a un gigante, il suo papà: aveva le mani grosse, il collo grosso e una bocca immensa. E la bambina lo temeva.
Un giorno, la nonna, in occasione del compleanno del papà, le aveva consigliato di regalargli un puntaspilli, ritagliato in un pezzo di seta color giallo oro. La bambina cucì, ma non sapeva come imbottirlo. Andò allora nella camera da letto dei genitori e vide tanti foglietti di carta sul comodino da notte. Li prese, li accartocciò e con essi riempì il puntaspilli.
La sera, il babbo cercò i foglietti con i suoi appunti e, non trovandoli, cominciò ad alzare la voce.
La mamma chiese alla bimba se ne sapesse qualcosa: “Sì, mamma, li ho presi io perché mi servivano per il regalo al papà.”
“Ma bene!” esclamò il babbo, e rivolgendosi alla bambina: “Tu, per castigo, vai subito a letto; e tu, prendimi subito quegli appunti!” disse alla moglie.
“Ma perché mai Gesù ha fatto i papà?” diceva tra sé e sé la bambina, singhiozzando al buio, nel suo lettino.
L’indomani la mamma e la nonna dovettero recarsi da una zia ammalata, e la bimba venne affidata alla persona di servizio.
“Cerca di dormire e di fare la buona” le disse la domestica al momento di metterla a letto.
La bimba si addormentò, ma poi ad un tratto gridò: “Mamma, mamma!” e si risvegliò impaurita.
“Cos’hai?,” le chiese il babbo che era accorso.
“Voglio la mamma, la mia mamma!” Il babbo l’accarezzò, la sollevò tra le sue braccia e la portò nel letto grande. La coprì e si distese accanto a lei. La bambina mise i suoi piedini gelati nelle grandi mani del babbo, si abbracciò forte forte al suo collo, e poggiò la sua testina sul petto del gigante. Non aveva più paura…
Il babbo ormai dormiva e lei pensava: “Povero il mio papà, il mio gigante che tutti i giorni deve lavorare e che è sempre tanto stanco:.. e io che ho sciupato i suoi fogli.” E mandò un lungo sospiro simile ad un singhiozzo.
“Che c’è, tesoro, sogni ancora?” chiese il papà.
“Oh, no, papà! È così bello sentire il tuo cuore battere! Ed è la prima volta che io lo sento! E sono tanto felice!”
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