È durato quasi vent’anni il percorso che ha portato l’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria. Ma perché così tanto tempo per arrivare al traguardo? Perché anche se l’apprendimento delle lingue straniere è sempre stato considerato importante, l’idea che fosse necessario cominciare a studiare un’altra lingua sui banchi delle elementari ha faticato ad entrare nella mentalità. Vent’anni fa era ancora possibile trovare chi considerava lo studio precoce di una lingua straniera una specie di moda e che l’apprendimento dell’inglese a sei anni fosse un lusso riservato a bambini di famiglie benestanti che potevano accedere a buoni corsi privati, con docenti madrelingua, ma fuori dalla scuola e a spese proprie. L’inglese per tutti, dalle prime classi della scuola di base, è iniziato negli anni Novanta, con scuole più aperte all’innovazione che hanno fatto da apripista. Oggi l’insegnamento della lingua inglese è materia obbligatoria nella scuola elementare italiana. Si comincia con un’ora alla settimana in classe prima e si arriva in quinta con 3 ore alla settimana.
Un grande passo avanti ma, per imparare a parlare una seconda lingua, ci vuole di più… ci vorrebbero più ore, più risorse e a volte più qualità (anche se ci sono eccellenze). Per questa ragione, per migliorare l’inglese dei bambini e dare loro una spinta verso il futuro, molti genitori scelgono di affidarsi ad un’insegnate privato/a madrelingua, ad un corso di inglese per bambini da frequentare in compagni presso una scuola specializzata, a lezioni online a misura di bambino o a diversi stratagemmi da mettere in atto a casa.
A che età iniziare l’apprendimento dell’inglese?
È ormai noto che il periodo più “fertile” per imparare una o più lingue e quindi introdurre i bambini all’inglese è quello della primissima infanzia. Se è vero che le lingue si possono apprendere a qualsiasi età, è anche vero che più si va avanti e più è difficile, per via di come si evolve il cervello umano nella crescita.
Da due a quattro anni, i bambini sono potenziali poliglotti
Già da due anni un bambino può essere messo nelle condizioni di esplorare altre lingue: ascoltando canzoni, filastrocche o cantilene, giocando o guardando cartoni animati. Non è importante che il bambino capisca ma che inizi ad abituarsi ai suoni e a distinguerli da quelli della lingua madre. La fonetica, in questa fase, è più importante di ogni regola grammaticale. È importante, però, che il bambino non sia messo davanti ad uno schermo e lasciato solo ma che ascolti in compagnia. Si ascolta insieme, si canta insieme, si gioca insieme. Perché è divertente!
Dopo i quattro anni, lezioni frequenti
Passati i quattro-cinque anni, un bambino può essere iscritto ad un corso. La scelta non è facile e le scuole specializzate per bambini si stanno moltiplicando. L’importante è scegliere un istituto che proponga lezioni diverse e adeguate alle diverse fasce d’età, lezioni che siano percepite dai bambini come momenti ludici e piacevoli, con attività coinvolgenti e adatte all’età del bambino. La lingua straniera deve essere una novità, un gioco, una scoperta e una sfida.
Esami e certificazioni
A sette/otto anni, si può iniziare a far sostenere i primi esami Cambridge ai bambini, non per ottenere il pezzo di carta in sé (non serve obiettivamente a niente) ma per capire se l’apprendimento sta procedendo in modo adeguato.
Idee per giocare con l’inglese a casa
Ci sono tanti modi per fare in modo che i bambini imparino o migliorino il loro inglese scolastico a casa. Vi propongo qualche idea che ovviamente coinvolgono anche i genitori.
La scatola dell’inglese
L’idea è di preparare una grande scatola nella quale mettiamo una serie di oggetti connessi alla lingua inglese ma anche alla cultura inglese, americana, irlandese, canadese… Gli oggetti da mettere nella scatola possono essere alcuni libri, cartoline, cd con canzoni in inglese, bambole o personaggi che abbiano a che fare con la cultura inglese, dall’orso Paddington a Peppa Pig, macchinine, supereroi, una sciarpa o un cappello con i colori della bandiera inglese oppure americana ect. Chiariamo con i bambini le regole di questo gioco molto prima di iniziarlo, creando un senso di aspettativa… La regola principale è che, quando la scatola di apre, si entra in una dimensione diversa e la mamma o il papà parleranno solo in inglese. Con quei giochi si gioca solo in inglese. Quando ci si stanca si rimette tutto dentro, si chiude la scatola e mamma o papà tornerà a parlare italiano. Non ci stiamo inventando nulla, in realtà, la scatola è lo strumento simbolico con cui attuare una classica strategia per il bilinguismo, che si chiama “Time and Place”.
Se funziona, si potranno poi trovare altri momenti per condividere la lingua, come ad esempio il tragitto verso la scuola, ma sempre facendo attenzione che la relazione con i bambini non sia falsata dall’uso di una lingua “falsa”.
Canzoni e filastrocche
Un altro alleato sono le canzoni e le filastrocche, le ninnenanne e le canzoncine in inglese che i bambini imparano da piccoli e che tutte le mamme inglesi (o americane) hanno nel proprio patrimonio culturale. Se ne trovano molte in rete e alcune sono state delle belle scoperte! Molte hanno inoltre piccole coreografie di movimenti (da cercare su youtube).
Quando si è già introdotta una lingua si possono fare tantissime cose, molte delle quali più divertenti delle lezioni. A seconda del temperamento dei bambini e rispettando i loro interessi, si può scegliere il modo per continuare a coltivare la lingua. Si comincia con piccoli passi con piccoli risultati, per arrivare, in maniera naturale e graduale ad acquisire una seconda lingua.
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