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Ciao bambini mi presento. Sono zia Joy.
Sarete miei compagni di viaggio per le prossime pagine.
Ho due nipoti: Tommy e Kate che vengono spesso a trovarmi nei pomeriggi dopo la scuola e preparo per loro dei buonissimi dolci.
Possiedo molti cappelli di varie forme e colori ma, uno di questi, è magico.
Volete sapere perché?
Benvenuti nella mia casa.
La stanza che preferisco è il salotto, dove si trova un caldo caminetto e una poltrona rossa sulla quale leggo molti libri.
Din Don. Suona il campanello.
“Ciao zia Joy. Domani ho un esame di matematica ed ho tanta paura”.
“Tommy, ormai sei grande. Devi avere coraggio!”.
“Zia, hai ancora quel cappello magico del quale mi parlavi quando ero piccolo?”.
“Certo Tommy”.
Sorrisi ed andai a prenderlo. Lo misi per terra capovolto e aggiunsi: “Adesso conta fino a tre e poi, dopo di me salta dentro al cappello magico. Ti porterò all’interno di una fiaba che ti farà capire che cosa significa avere coraggio”.
LA CONCHIGLIA DELL’OCEANO
Molti anni fa, in una piccola isola sperduta dell’arcipelago delle Hawaii viveva con la sua famiglia Joseph, un bambino di otto anni.
Il piccolo Joseph assieme al padre, quasi ogni mattina, andava a pescare nell’ oceano con la zattera, costruita con robusti tronchi d’albero e pelli usate come vele, per muoversi veloci e per resistere ai forti venti nelle giornate più burrascose e piovose.
La pesca, era l’attività principale di Kawai, il villaggio dove il ragazzino abitava.
Il momento della giornata preferito da Joseph e dagli altri bambini, era la cena perché, a volte, le famiglie si riunivano cucinando il pesce su grosse pietre.
In questa piccola isola tutti si conoscevano e la sera, oltre che mangiare assieme, era anche un motivo per parlare di ciò che era successo durante la giornata; era il momento delle risate con gli amici e, a volte, era l’occasione per raccontare storie, attorniati dallo scoppiettio del fuoco e avvolti dal profumo dell’oceano.
I più piccoli restavano a bocca aperta, estasiati da quei interessanti racconti.
La mattina seguente Joseph e suo padre, insistettero per portare anche la madre a trascorrere una giornata di pesca insieme a loro.
Emma, la mamma, accettò l’invito e, dopo aver preso con sé il cestino pieno di cibo per il pranzo, partì assieme a loro.
Il cielo all’orizzonte era di un azzurro acceso, intenso che preannunciava una tranquilla giornata.
Nessuno si sarebbe, quindi, aspettato quello che da lì a poco sarebbe accaduto.
Quel pomeriggio, all’improvviso, il cielo si oscurò e il vento cominciò a soffiare forte, scatenando una tempesta così impetuosa da far oscillare violentemente la grande zattera.
Joseph aveva paura di cadere nell’acqua gelida e cominciò a piangere, mentre i genitori facevano il possibile per non far capovolgere la loro imbarcazione.
Ad un tratto gli occhi del piccolo, ancora umidi di pianto, guardarono la collana che la mamma portava sempre al collo.
Era una catenella di corda con appesa una conchiglia bianca a forma di mezzaluna, la quale in quel momento di aiuto, sprigionò una luce così intensa da abbagliare Joseph. Anche sua madre si coprì gli occhi per il bagliore, ma riuscì a prendere tra le mani la conchiglia rivolgendola verso il cielo nero e cominciò a parlare ad alta voce.
Il bambino non riusciva a capire quelle parole perché erano sovrastate dal rumore del forte acquazzone.
All’improvviso, però, dopo che la madre smise di urlare parole incomprensibili, il cielo si squarciò, la pioggia cessò e le nuvole corsero via veloci, lasciando spazio ai timidi raggi del sole che si mostravano piano piano sempre più vivi, formando un incantevole arcobaleno.
La famiglia si strinse così, in un forte abbraccio dimenticando ben presto la paura appena vissuta.
Giunti nella loro casa Joseph, cercava di capire cosa fosse successo, così i suoi genitori gli spiegarono che quella conchiglia era speciale.
Era un regalo donato a Emma dalla nonna, tanti anni fa per aiutarla nei momenti di difficoltà. La mamma spiegò che bastava rivolgere la conchiglia verso il cielo, chiamare ad alta voce la nonna e lei sarebbe accorsa con il suo spirito in aiuto.
Il bambino rimase colpito dal racconto.
Si commosse e si soffiò il nasino.
La madre lo rincuorò dicendogli che, divenuto più grande, gli avrebbe donato a sua volta quell’oggetto prezioso.
Contento Joseph trascorse tutta la sera a raccontare ai suoi amici ciò che gli era successo invitandoli a non avere mai paura di quello che potrà accadere, perché una conchiglia speciale, la possediamo tutti ed è legata al nostro cuore.
Questa conchiglia si chiama coraggio.
Una.fiaba bellissima
Molto bella questa favola….