Nel bambino, infatti, il pesce è il terzo allergene più frequente dopo uovo e latte vaccino. Il maggior allergene del pesce è una proteina chiamata Beta-Parvalbumina.
COME E QUANDO SI MANIFESTA L’ALLERGIA AL PESCE
In linea di massima, si introduce il pesce nell’alimentazione del bambino intorno all’ottavo mese. S’inizia con pesci magri come merluzzo, nasello, rombo, cernia o sogliola. Il pesce sostituisce perfettamente la carne e dovrebbe quindi essere dato al bambino due o tre volte la settimana.
I sintomi allergici possono presentarsi sia dopo l’ingestione del pesce sia dopo una semplice inalazione dei vapori cotti o dopo averlo toccato. In genere, si manifestano con:
- Rash cutaneo
- Crampi
- Nausea
- Diarrea
- Asma
COSA FARE
Se avete un sospetto perché vostro figlio manifesta un disturbo dopo avere assunto, toccato o del pesce, è bene consultare immediatamente il medico. Il pediatra o il vostro medico di famiglia potrà proporre una serie di esami o consigliare di rivolgervi ad un centro specializzato in allergologia per eseguire dei test. L’allergene più frequente è l’M, quello del merluzzo.
Se esami o test confermeranno l’allergia al pesce, il medico v’indicherà come non correre più rischi, eliminandolo dalla dieta del bambino e sostituendolo con alterative sicure.
Diversamente da altre allergie alimentari, l’allergia al pesce tende ad essere perenne, sembrerebbe infatti che solo il 3% dei bambini che abbiano manifestato un’allergia al pesce riescano a guarirne spontaneamente.
La maggior parte delle persone allergiche al pesce evita di mangiare anche i frutti di mare (crostacei e molluschi) eppure, anche se si può essere allergici ad entrambi, pesce e frutti di mare sono alimenti diversi di cui le allergie sono causate da allergeni diversi.
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