Pensando a quanto spesso, nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi trovo ad affrontare sentimenti dolorosi di inadeguatezza, mi è venuta l’idea di parlarvi dell’importanza di volersi bene e di quanto sia difficile farlo!
Partiamo da questa domanda: “Perchè una persona si sente bene con se stessa, è soddisfatta di sè, contenta del suo modo di essere e di quello che fa? Da cosa dipendono questi sentimenti?”
In ogni momento, in modo più o meno consapevole, abbiamo un’immagine di noi che si può allontanare o avvicinare all’immagine ideale che abbiamo di noi stessi : tanto più siamo in grado di avvicinarci all’immagine ideale di noi stessi, tanto più siamo contenti, stiamo bene nei nostri panni!
Viceversa, se ci allontaniamo dalle aspettative che abbiamo verso la nostra persona, ci sentiamo scontenti, insoddisfatti, avviliti, mortificati. La distanza che noi registriamo tra come vorremmo essere e come ci troviamo ad essere ci procura un dolore psichico, un dolore che il nostro apparato psichico è costretto a registrare e a gestire… ma… come?
Prendiamo in considerazione una donna che è diventata mamma: cosa chiede a se stessa? Di essere sempre disponibile? Di non avere dei momenti di insofferenza? Di essere sempre ben disposta verso i bisogni del suo bambino in ogni momento del giorno e della notte? In altre parole questa mamma chiede a se stessa di non ascoltare quanto si sente provata dalle richieste del suo piccolino e come è faticoso posporre l’ascolto delle proprie necessità a favore di quelle del bambino.
E’ molto possibile che questa mamma si senta schiacciata dalle sue stesse aspettative senza però poterle riconoscere nel loro aspetto schiavizzante.
Come possiamo aiutarci in queste circostanze interiori? Non è facile accettare i nostri limiti, ma è possibile! Come?
Cominciamo a rivisitare l’idea di mamma con caratteristiche di assoluta disponibilità e dedizione incondizionata: vediamo se riusciamo a sopportare di vederci come una mamma che perde anche la pazienza, che non ha voglia di essere svegliata quando sta dormendo, senza per questo sentirsi pericolosa per il proprio bambino! Certo, bisogna lasciarci alle spalle un ideale di mamma speciale che riempie di orgoglio… ma… siamo limitate… e, se realisticamente, teniamo conto dei nostri limiti, ci concediamo di cantare al nostro bambino “Ninna nanna , ninna oh, questo bimbo a chi lo do?” anche se sappiamo bene che non riusciamo nemmeno più a pensarci senza di lui!
D.ssa Filomena Palladino
Medico Psichiatra – Psicanalista
Potete scrivere alla d.ssa Palladino all’indirizzo [email protected]
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