Gli studi fatti fino ad oggi, hanno dimostrato che feto e neonato hanno un’attrazione particolare verso il sapore dolce ed una repulsione per l’amaro e l’acido. Perché, allora, alcuni bambini adorano succhiare i limoni e rifiutano i dolci? I gusti dipendono anche da ragioni culturali: il pane e marmellata della nostra colazione diventa una curiosità per il piccolo cinese che mangia una minestra (cinese, ovviamente) ed un’eresia per l’inglese per il quale la colazione è composta da cereali e proteine come uova e bacon.
IL GUSTO E’ ANCHE UNA QUESTIONE CULTURALE
Le preferenze ed avversioni di un bambino sono anche condizionate dall’ambiente che lo circonda. Bambini provenienti da paesi diversi avranno gusti differenti, perché il gusto è anche una questione culturale ed affettiva.
Culturale perché i gusti cambiano a secondo dei paesi, dei continenti ma anche a secondo delle famiglie e della storia di ognuna di loro. Affettiva perché le nostre prime scoperte gustative sono spesso legate ad un momento o ad una situazione emotiva, sia positiva sia negativa. Il neonato ed il bimbo piccolo sono particolarmente recettivi ai messaggi “non detti” degli adulti ed in modo particolare a quelli trasmessi dalla loro mamma. Succede di frequente che una madre proponga al suo bimbo un alimento a lei non gradito e che il bambino lo rifiuti. In questo caso, il bambino ha semplicemente decodificato il “linguaggio non verbale” di sua mamma che gli dice “te ne do perché è necessario ma, a me non piace”.
IL GUSTO SI COSTRUISCE
L’innato non è irrimediabile! Durante tutta la sua vita, il neonato, il bambino, l’adolescente e poi l’adulto, si costruisce una “personalità gustativa”. Nel trascorrere degli anni scopriamo altri sapori che impariamo ad apprezzare. Preferenze ed avversioni alimentari possono essere notevolmente modificate dall’ambiente che ci circonda e dai nostri gruppi d’appartenenza.
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