80 anni fa il manifesto della razza

Il 15 luglio 1938, in Italia veniva pubblicato il “Manifesto della razza” e tanti cittadini scoprirono di essere diventati cittadini ebrei. Presto sarebbero arrivate anche le leggi razziali. Questo accadeva in Italia, esattamente ottant’anni fa.

UN PASSO INDIETRO
Quella del 1938 è una data che coincide con la proclamazione delle leggi razziali: il regime fascista esisteva dal 1922, ma non aveva mai preso provvedimenti contro gli ebrei. In tutta l’Europa c’era, però, una certa[ppw id=”125865722″ description=”luglio 2018″ price=”0″] antipatia per gli ebrei e un forte antisemitismo era tra gli elementi fondanti del nazismo che nel 1933 era arrivato al governo in Germania.
In Italia, però, non si pensava ad un’emarginazione o ad una persecuzione come quelle avviate in Germania, ma non fu così. Nell’estate del 1938 fu pubblicato il Manifesto della razza, nel quale si cercava di sostenere con argomenti falsamente scientifici che gli ebrei non potevano essere considerati italiani. Poi, tra settembre e novembre, arrivarono le leggi vere e proprie.

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COSA SUCCESSE?
Niente scuola per i ragazzi ebrei, divieto di sposarsi tra gli ebrei e coloro che erano ancora considerati italiani. Gli ebrei non potevano avere alle loro dipendenze delle persone “ariane” (chi appartiene alla razza bianca diffusa dall’Europa centro-settentrionale fino all’Asia considerata superiore a tutte le altre) e nello stesso tempo non potevano più lavorare in banca o in una società di assicurazioni, né fare il notaio o il giornalista. Questo significava che da un giorno all’altro le persone perdevano il lavoro. Tutti gli ebrei che si erano stabiliti in Italia dopo il 1919 perdevano automaticamente la cittadinanza italiana.

A COSA SERVIVANO LE LEGGI RAZZIALI?
Le leggi razziali avevano l’obiettivo di mettere ordine nella società italiana, limitando al massimo i contatti con gli ebrei, considerati impuri e non adatti a svolgere compiti importanti. All’inizio non c’erano atteggiamenti di violenza. Per loro sarebbe stato costituito una specie di mondo a parte, secondo la logica del ghetto: una città nella città, all’interno della quale gli ebrei vivevano e svolgevano le loro attività. Anche le scuole erano strutture a parte dove solo gli ebrei potevano studiare e insegnare.

PICCOLE PIETRE PER FARE MEMORIA
Se ti capita di camminare per strada a Roma o a Milano, a Torino, a Venezia o in qualche altra città italiana ti può capitare di trovare delle piccole targhe di metallo incassate nei marciapiedi. Sono le “pietre d’inciampo” un’iscrizione, senza immagini, che riporta il nome di una famiglia o di una persona perseguitata, arrestata, deportata nei campi di sterminio e, nella maggior parte dei casi, mai più tornata. Queste ”pietre d’inciampo” ci ricordano che, durante la guerra, persero la vita circa ottomila dei 60mila ebrei italiani.

COSA SIGNIFICA RAZZA?
Ognuno dei grandi gruppi in cui viene divisa l’umanità in base al colore della pelle e ad altre caratteristiche esteriori. A volte le persone vengono trattate in modo diverso a causa del colore della pelle, del loro ambiente familiare o del paese da cui provengono. Questo è quello che chiamiamo razzismo che è una forma di pregiudizio. Pregiudizio è quando qualcuno non può sopportare tutti quelli che appartengono a un determinato gruppo di persone senza neppure conoscerli. Anche la religione, cioè la fede e il credere in una o più divinità può essere diversa tra le persone ma tutti dovrebbero poter seguire la fede che hanno scelto, senza essere odiati per questo.

Lo sai cos’è la cittadinanza? E’ l’appartenenza di una persona a uno stato.


LE PAROLE DIFFICILI
provvedimenti: ciò che si fa per risolvere una situazione.
antisemitismo: atteggiamento ostile nei confronti degli ebrei, della loro cultura e della loro religione.
nazismo: un movimento tedesco che, sotto la guida di Adolf Hitler, dominò in Germania dal 1933 al 1945, portando avanti una politica di espansione del territorio e di persecuzione delle minoranze.
emarginazione: isolamento.


Stefania Fanucci 

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