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Il 27 gennaio di ogni anno celebriamo la Giornata della Memoria. Il Punto dei Bambini in collaborazione con Twinkl.it presenta un nuovo numero del giornale per spiegare ai bambini perché questa celebrazione è importante, per non dimenticare. Nelle ultime 2 pagine, potrai metterti alla prova con un gioco delle parole ideato da Twinkl!
Il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, venne liberato il 27 gennaio del 1945. Ecco perché è stata scelta questa data per celebrare ogni anno la Giornata della Memoria.
L’importanza della Memoria
Quando si parla di Memoria ci si riferisce a un ricordo che porta con sé un messaggio: la memoria è, infatti, la base su cui si costruisce il futuro. Grazie alla memoria anche i bambini e le nuove generazioni, che non hanno vissuto quei tragici eventi, possono fare si che la storia non si ripeta.
Su cosa riflettiamo nella Giornata della Memoria?
La Giornata della Memoria ci invita a riflettere anche sul fatto che non è colpevole solo chi ha ucciso o fatto azioni violente contro altre persone ma anche chi ha visto delle ingiustizie e non le ha denunciate e chi ha fatto la spia.
Un passo molto indietro
Nella prima metà del secolo scorso, gli ebrei erano una parte importante della popolazione europea. Lavoravano, vivevano con le loro famiglie, i bambini e le bambine studiavano e giocavano. Ma in Germania il governo nazista guidato da Hitler (dittatore in Germania dal 1934 al 1945) decise che gli ebrei dovevano essere considerati inferiori e fecero delle leggi che li privarono di ogni diritto.
Ad esempio: bambini e bambine, ragazzi e ragazze non poterono più frequentare le lezioni nella loro scuola, vennero create delle scuole ebraiche; gli ebrei non vennero più assunti per lavorare nelle banche o nelle assicurazioni; negate anche le vacanze; non era più possibile possedere una radio e ascoltare le trasmissioni. Furono “ghettizzati” cioè isolati.
E poi cosa successe?
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale (1939/1945) tutti i cittadini ebrei vennero catturati, derubati e portati nei campi di concentramento. Moltissimi morirono per le terribili condizioni di vita nei campi, ma la maggior parte venne uccisa: il loro genocidio è chiamato shoah che in ebraico significa “catastrofe”.
La persecuzione degli ebrei avvenne in tutti i paesi conquistati dall’esercito nazista. Solo pochi riuscirono a sopravvivere e a tornare a casa dopo la fine della guerra.
Per definire tutto questo si usa spesso il termine olocausto (estremo sacrificio) ma è stato un terribile sterminio.
In Italia?
La persecuzione degli ebrei nel nostro Paese iniziò già nel 1938 con le leggi razziali che discriminavano gli ebrei, separandoli dal resto della popolazione.
Molte persone, in Italia, non erano d’accordo con queste leggi e cercarono in ogni modo di aiutare le persone perseguitate offrendo casa, cibo, protezione o aiutandole a fuggire.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale queste persone sono state chiamate “Giusti tra le Nazioni”: a ognuno di loro è stato dedicato un albero piantato in diverse città del mondo.
E tu cosa puoi fare?
Non escludere nessuno dai giochi; cerca di difendere chi si trova in pericolo o chiedi aiuto ad un grande; ricordati che in tutte le situazioni siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti.
LE PAROLE DIFFICLI:
discriminavano: differenziavano.
Stefania Fanucci
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